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I tassi sui mutui restano vicini ai minimi

di Maximilian Cellino

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30 aprile 2010
Crisi Grecia, sorpresa: i tassi sui mutui sono ai minimi

Forse pochi se ne saranno accorti, ma la crisi della Grecia ha dato una mano alle famiglie italiane alle prese con il mutuo, almeno fino a questo momento. Il motivo è semplice: le difficoltà di Atene (e delle banche esposte sul paese) hanno costretto la Banca centrale europea (Bce) a tenere ancora allargati i cordoni della borsa, con il risultato di schiacciare gli Euribor (i tassi interbancari ai quali sono indicizzati i prodotti a rata variabile) sui minimi storici e di allontanare nel tempo l'inizio della possibile «exit strategy».

Ai più attenti non sarà però probabilmente sfuggito il movimento che gli Euribor hanno registrato nelle ultime due giornate: il tasso a un mese è passato da 0,405% a 0,411%, quello a 3 mesi da 0,646% a 0,659%, quello a 6 mesi dallo 0,958% allo 0,967 per cento. Un'«increspatura», come gli operatori la definiscono, che qualcuno però ha guardato con sospetto, memore di ciò che era avvenuto dopo il crack Lehman: allora il mercato interbancario si era praticamente bloccato e i tassi avevano raggiunto i massimi storici nell'età dell'euro oltre il 5%, mandando in crisi molte famiglie italiane.

Ma la situazione generale di oggi sembra essere ben diversa rispetto all'autunno 2008, per molti aspetti più tranquillizzante. «Il rischio di un congelamento dei mercati interbancari mi sembra abbastanza remoto», osserva Luca Cazzulani, strategist sul reddito fisso di UniCredit Mib. Che poi spiega: «Rispetto ad allora la liquidità presente sui mercati è enorme e sono già in atto misure che in caso di necessità la Bce può mantenere ancora a lungo».

Del resto, Francoforte non può al momento permettersi mosse di politica monetaria restrittive e lo dimostra anche l'esito dell'asta di rifinanziamento a tre mesi di due giorni fa. «Il fatto che ben 24 banche dell'Eurozona abbiano chiesto denaro a prestito a un tasso uguale o superiore all'1%, ben oltre lo 0,65% del mercato, è un segnale inequivocabile di come ci siano ancora istituti di credito che devono attingere alla Bce per rifinanziarsi», sottolinea Cazzulani. Chi siano queste banche lo sanno soltanto all'Eurotower, ma è presumibile che si tratti di istituti di piccola taglia o addirittura di banche greche.

La sostanza però non cambia: Jean Claude Trichet e soci dovranno fare attenzione e rimandare probabilmente la prima stretta sul costo del denaro, che da un anno a questa parte resta ancorato all'1 per cento. La schiera degli economisti che non prevedono un aumento prima della primavera 2011 si ingrossa ogni giorno e anche le attese dei mercati sull'Euribor a 3 mesi (vedi grafico a fianco) indicano una ripresa graduale, più che altro una normalizzazione: 0,80% a giugno, 1,04% a dicembre e via a salire fino all'1,72% di fine 2011. Se così fosse, le famiglie potrebbero continuare a stare tranquille ancora per un po'.

L'effetto Grecia si è fatto invece sentire sui tassi Irs, quelli in base ai quali le banche determinano il valore della rata di un mutuo fisso, ma è stato benefico. «Questi valori – spiega Stefano Pignatelli responsabile ufficio studi di Aritma I.F. – sono legati all'andamento dei tassi del bund, che in questi giorni hanno raggiunto i minimi storici proprio perché nell'incertezza gli investitori preferiscono rifugiarsi nei titoli di stato tedeschi». Chi ha intenzione di stipulare un prodotto a tasso fisso, insomma, si deve augurare che la situazione di Atene resti avvolta nella nebbia.

A patto, naturalmente, che non aumenti lo spread, cioè quel ricarico che le banche effettuano sui parametri di riferimento (Euribor e Irs, appunto). E qui rientra in gioco la Grecia, perché in caso di difficoltà qualche banca potrebbe essere costretta a ritoccare il margine sui mutui di nuova emissione, una scena già vista nel post-Lehman. I dati rilevati dal broker MutuiOnline sui prodotti disponibili in rete (si veda il grafico e l'articolo a fianco) non sembrano per il momento indicare nuovi ritocchi, semmai un miglioramento: c'è da augurarsi che le forze della concorrenza continuino a fare il proprio dovere.

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30 aprile 2010
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